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Nasce nello slum il marchio del commercio equo
22/01/2004 02:55

a cura di Omar


Presentazione marchio FTO da Ifat
E' stato presentato nella più povera baraccopoli di Mumbai il marchio mondiale delle Organizzazioni del Commercio Equo (Fto, fair trade organizations). Joachim Arputham Magsaysay, presidente della Federation of slum dwellers of India, e` nato qui, tanti anni fa, quando a Mahim c'era solo un piccolo gruppo di conciatori di pelli. "Noi degli slum - dichiara Joachim Arputham Magsaysay, presidente della Federation of slum dwellers of India - abbiamo voluto fortemente che la nuova rete del commercio equo e solidale di tutto il mondo venisse lanciata da qui, dove la gente vive dei rifiuti della città perchè solo sperimentando e imponendo, a partire da un'esperienza concreta di economia alternativa, regole nuove, giustizia e rispetto della dignità di tutti noi, possiamo avere la speranza di cambiare tutto questo".

Il marchio "Fto" lanciato a Mumbai dalla Federazione internazionale del commercio alternativo International fair trade association (Ifat) può essere utilizzato in tutti i 59 Paesi in cui sono presenti gli oltre 200 membri Ifat. Finora sono 130, in 42 nazioni, le organizzazioni autorizzate a usarlo. La lista dell'Ifat include le organizzazioni del commercio equo di tutto il mondo e le associazioni di produttori in America Latina, Africa ed Asia. La scommessa del commercio alternativo si basa sul tentativo di battere la povertà creando regole eque per gli scambi internazionali. Oggi più di un milione di piccoli produttori e lavoratori fanno parte di circa 300 organizzazioni di base, imprese e associazioni diverse in decine di Paesi, mentre appare in crescita costante anche il numero dei relativi consumatori.

Nell'incontro dell'Organizzazione mondiale del Commercio (Wto) fallito a Cancun il settembre scorso, il Commissario europeo al Commercio Pascal Lamy, in questi giorni in India per dare nuovo avvio ai negoziati così bruscamente implosi, aveva annunciato: "come Commissione UE stiamo valutando internamente come promuovere il commercio dei prodotti ottenuti con criteri di sostenibilità sociale ed ambientale. Stiamo esaminando un certo numero di possibilità, inclusa la creazione di un sistema europeo di accreditamento dei marchi che dimostrano che alcuni beni sono stati prodotti in modo sostenibile, e cercando di capire come promuovere l'uso volontario degli eco-marchi".

"Il nuovo marchio promosso da Ifat - spiega Alberto Zoratti - non parte più dai singoli prodotti, ma dai comportamenti concreti delle organizzazioni che li producono, importano e vendono, si confronta anch'esso con questo tentativo: chiediamo all'Europa di scegliere per i propri mercati le nostre regole, per giustizia e per logica, considerando i risultati positivi che possiamo vantare, sia dal punto di vista sociale sia economico".

tratto da sito http://unimondo.oneworld.net

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